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Caso Pedri, attesa per oggi la sentenza su ex primario

Caso Pedri, attesa per oggi la sentenza su ex primario

L'accusa chiede 4 anni, la difesa contesta ogni addebito

TRENTO, 31 gennaio 2025, 15:41

Redazione ANSA

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È in corso presso il Tribunale di Trento l'ultima delle udienze fissate dal gup Marco Tamburrino lo scorso autunno nell'ambito del procedimento con rito abbreviato sui presunti abusi nel reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento. La lettura del dispositivo della sentenza è previsto in giornata.
    Gli imputati per maltrattamenti in concorso e in continuazione sono l'ex primario, Saverio Tateo, e la sua vice, Liliana Mereu. L'accusa, rappresentata dalla pm Maria Colpani, ha chiesto per entrambi una pena di quattro anni, due mesi e venti giorni. Dall'inizio del procedimento gli imputati, attraverso i loro difensori, hanno contestato ogni addebito.
    Nella mattina sono previsti gli interventi dell'accusa, delle parti civili e, in conclusione, degli avvocati della difesa. Il procedimento è scaturito dalle indagini seguite alla scomparsa, il 4 marzo 2021, della ginecologa Sara Pedri.
   Le motivazioni della sentenza, il cui dispositivo è stato letto dal giudice in camera di consiglio alla presenza dei due imputati, verrano depositate in novanta giorni. Soddisfazione è stata espressa dagli avvocati della difesa. "Formula piena: il fatto non sussiste per entrambi i medici. Direi, quello che noi abbiamo sempre auspicato", ha affermato, all'uscita dall'aula, l'avvocato Mario Murgo, in rappresentanza della dottoressa Liliana Mereu. "Sono innocenti come noi sapevamo dall'inizio di questa storia. Per quattro anni abbiamo lavorato su robuste ragioni, con la convinzione che la giurisdizione le avrebbe riconosciute, e così è stato", ha detto Salvatore Scuto, difensore di Tateo assieme all'avvocato Nicola Stolfi. "Soddisfazione sicuramente, perché eravamo convinti di percorrere un solco tracciato chiaramente dalla Corte di Cassazione. Rimane la preoccupazione perché la Procura della Repubblica ha ritenuto di dover perseguire delle accuse che poi si sono rivelate infondate", ha aggiunto Stolfi. "La vicenda patisce di un difficile meccanismo di valutazione dell'effettiva responsabilità degli imputati rispetto alla fattispecie di reato contestata. Nel nostro ordinamento non esiste un reato che specificatamente si occupa di mobbing, questo è il tema che in questo processo è stato trattato e approfondito a lungo", ha invece commentato l'avvocato Andrea De Bertolini, in rappresentanza di sette lavoratrici costituitesi parti civili.
   

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