A cinque anni dallo scoppio della
pandemia e dal cosiddetto 'scandalo delle mascherine cinesi',
interviene il gruppo Oberalp di Bolzano. Nel frattempo prosegue
l'iter giudiziario per le due partite di dispositivi di
protezione individuale (da 9,6 e 28,2 milioni) fatte arrivare
dalla Cina tramite Oberalp, e poi dichiarate inutilizzabili
dall'Inail. Come hanno precisato il presidente il ceo del gruppo
altoatesino specializzato in abbigliamento e attrezzatura di
montagna, Heiner Oberrauch e Christoph Engl, "Oberalp non ha mai
ritenuto che fosse suo compito informare il pubblico, in quanto
l'azienda ha svolto esclusivamente il ruolo di intermediario e
di anticipatore dei fondi per l'Azienda sanitaria, ovvero per la
mano pubblica, nell'ambito dell'operazione di aiuto".
Dopo cinque anni, tuttavia, Oberalp ritiene di essere
"legittimata a correggere le informazioni errate diffuse
nell'opinione pubblica e a contribuire alla ricostruzione
veritiera dei fatti relativi all'operazione". Il gruppo, che in
conferenza stampa ha reso pubblico lo scambio di messaggi e mail
in merito alla mega acquisizione, ora chiede dall'Azienda
sanitaria altoatesina 30 milioni di euro. "Come possa
restituirceli non è compito nostro stabilirlo. Il fatto è che,
se esiste giustizia, la mano pubblica, insieme alla politica e
con la collaborazione della Corte dei Conti, deve trovare una
soluzione. Anche con il sostegno del Presidente della Provincia,
che comunque ci aveva dato la sua parola", è stato detto.
"Il materiale - hanno proseguito i vertici di Oberalp - è
arrivato entro dieci giorni dall'ordine; al momento della
trattativa per l'intermediazione, il materiale era sicuramente
già stato prodotto ed era già in uso in Cina. Il contatto che
abbiamo trasmesso all'Azienda sanitaria aveva trovato materiali
protettivi diversi presso sette produttori differenti. Non c'era
altra scelta, la qualità del materiale era diversa". "L'Oberalp
ha solo anticipato il denaro. Siamo fornitori di attrezzature da
montagna, non abbiamo competenze in materia di dispositivi di
protezione"
Oberrauch e Engl hanno infine ribadito che "si è trattato di
una situazione eccezionale, di uno stato di emergenza. Le leggi
non sono concepite per gestire situazioni di emergenza, nemmeno
oggi".
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