Il mercato del lavoro altoatesino
è fortemente attraente per i lavoratori provenienti da fuori
provincia. Lo sottolinea Magdalena Amhof, assessora provinciale
al Lavoro, in risposta ai risultati del rapporto della
"Fondazione Nord Est", che evidenzia un forte deflusso di
lavoratori dall'Alto Adige verso altri Paesi. "È vero che stiamo
assistendo a un crescente esodo di lavoratori altoatesini,
soprattutto verso i vicini Paesi di lingua tedesca, che in
termini di lingua e cultura non presentano ostacoli
all'integrazione. Va detto che in quasi tutti i Paesi europei si
registra un esodo verso mercati del lavoro interessanti,
generalmente dalle regioni meridionali a quelle settentrionali.
Allo stesso tempo, però, l'Alto Adige attrae nuova manodopera,
soprattutto da altre regioni italiane. Tre quarti dell'aumento
del numero di occupati negli ultimi due decenni possono essere
attribuiti alla manodopera immigrata. Nel complesso,
immigrazione ed emigrazione sono in equilibrio", spiega Amhof.
"Resta un dato di fatto che stiamo perdendo sempre più
giovani che hanno già lavorato in Alto Adige senza aver studiato
altrove. Questo è un campanello di allarme, ma i nessi
causa-effetto semplicistici non funzionano. Gli altoatesini
stanno emigrando anche verso centri urbani dove gli alloggi sono
molto costosi", aggiunge l'assessora.
L'attrattività dell'Alto Adige come luogo di lavoro e polo
economico è una priorità importante per la Giunta provinciale,
serve un insieme di misure su cui peraltro si sta lavorando. Per
quanto riguarda il mercato del lavoro, l'assessorato al Lavoro e
la Commissione provinciale per l'impiego stanno lavorando ad una
strategia che si estenderà fino al 2030. "Abbiamo anche bisogno
di una solida base decisionale. Voglio conoscere le ragioni che
hanno spinto gli altoatesini ad emigrare e se ci sono incentivi
che li potrebbero incoraggiare a tornare. Per questo
l'Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia sta
lavorando a un'indagine, presenteremo i primi risultati a fine
autunno", conclude Amhof.
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