Alcuni studenti dell'Università
per stranieri di Perugia hanno incontrato il presidente della
Repubblica Sergio Mattarella, durante il suo saluto alla
comunità studentesca in occasione della cerimonia
d'inaugurazione del centesimo anno accademico dell'ateneo e lo
hanno omaggiato con un libro per loro "molto importante": a
dirlo all'ANSA è Naomi Camardella, dottoranda in Liberal arts
and sciences in sustainability dell'ateneo.
Il libro si intitola "La società dell'insicurezza - Lo Stato
penale e il caso Cucchi", edito da Cronache Ribelli, di Ilaria
Bertinelli, una ricercatrice e studentessa dello stesso ateneo
perugino morta in un incidente lo scorso 2 marzo, con
postfazione di Ilaria Cucchi e con i contributi della docente
Monia Andreani, anche lei deceduta, e Salvatore Cingari.
In maniera sintetica e partendo da fattori storici e
sociologici, la pubblicazione cerca di analizzare l'origine
delle violenze che, all'interno della società, vengono
esercitate strutturalmente nei confronti di determinate
categorie di individui. Il terzo capitolo del libro e
l'appendice prendono in esame il caso Cucchi.
Il volume raccoglie al suo interno, con tre capitoli, la tesi
di laurea della studentessa Ilaria Bertinelli, oltre
all'appendice che è un testo scritto dalla docente di Filosofia
della politica Andreani, relatrice di Ilaria, entrambe
prematuramente scomparse lo scorso anno.
"Il presidente Mattarella - ha raccontato Naomi Camardella -
sapeva di questa vicenda e ci ha ringraziati, e cosa più
importante, ha salutato poi le famiglie sia della professoressa
sia della nostra compagna".
Mattarella, dopo aver ringraziato gli studenti, ha salutato
le madri della docente e della studentessa, sollecitandole a
"essere forti", hanno poi riferito le due donne.
Parlando poi della sua esperienza alla Stranieri di Perugia,
Naomi Camardella ha commentato: "Sono sette anni che studio qui
e sono felice perché all'Unistra si sviluppa un attaccamento
particolare. Io vengo da Napoli e venire qua ha significato per
me trovare un ambiente più piccolo e familiare".
Riprendendo il messaggio emerso dalla cerimonia, sottolineato
dal rettore Valerio De Cesaris e ripreso anche dal presidente
Mattarella, sul fatto che in questo ateneo nessuno è straniero a
dispetto del nome, la studentessa ha voluto aggiungere che "qua
dentro tutti siamo stranieri e nessuno è straniero".
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