Audizione in terza Commissione
dell'Assemblea legislativa sulle criticità del Servizio di
neuropsichiatria e psicologia clinica dell'età evolutiva del
Distretto del Perugino (Usl Umbria 1), chiesta dal consigliere
del Partito democratico Tommaso Bori. Vi hanno preso parte il
responsabile della Neuropsichiatria e psicologia dell'età
evolutiva della Usl Umbria 1, Angiolo Pierini, il direttore del
Distretto del Perugino Usl Umbria 1, Barbara Blasi, e la
dirigente psicologa psicoterapeuta della Usl Umbria 1, Francesca
Ciammarughi.
Gli intervenuti - si legge in una nota di Palazzo Cesaroni -
hanno posto all'attenzione della Commissione presieduta da
Eleonora Pace le criticità di questo settore: la carenza di
spazi e il problema di una sede unica per ottimizzare il lavoro
e l'accesso degli utenti; la mancanza di strutture di ricovero
ospedaliero per le patologie neuropsichiatriche acute che
riguardano i minori; la mancanza di centri residenziali e
semiresidenziali dedicati specificatamente all'età evolutiva e
alle psicopatologie connesse alle problematiche sociali o
ambientali.
Il problema della sede da destinare a questi servizi si
trascina da tempo. "Nel 2017 - ha spiegato Pierini - si era
ipotizzato di utilizzare spazi al secondo piano di una palazzina
di Madonna Alta di proprietà del Comune di Perugia ma, proprio
perché non facente parte del patrimonio dell'Azienda sanitaria
si ritenne non conveniente fare lavori su uno stabile di altri.
Si pensò all'acquisto per razionalizzare le risorse e ciò è
avvenuto nel 2019 ma la Direzione generale di allora non ha dato
seguito al progetto. Nel 2020 il dottor D'Angelo disse di voler
mantenere la sede al 'Grocco' liberando degli spazi occupati da
altri servizi che sarebbero stati spostati per dotare la
neuropsichiatria di altri ambulatori. Attualmente ci sono 15
operatori e solo 8 ambulatori. La pandemia ha bloccato tutto di
nuovo, imponendo anche lo smart working per tre giorni e solo
due in presenza, una misura giusta durante il lockdown, poi
tramutata in soli due giorni di lavoro agile, ma si tratta
comunque di un depotenziamento dell'attività clinica in
presenza. I setting terapeutici a distanza si sono rivelati poco
produttivi coi bambini, a parte le riunioni con gli insegnanti o
i colloqui coi genitori. Decine di ragazzini autistici hanno
interrotto il trattamento e arrivano nuovi utenti, dagli 8 ai 10
a settimana, le difficoltà logistiche sono accresciute.
L'attività deve essere ripresa a pieno ritmo. L'ultima ipotesi
di ampliamento degli spazi venuta dalla direzione aziendale è la
collocazione a Villa Massari in un piano dell'ex psichiatrico,
ma insistiamo sull'opportunità di tenere tutte le attività in
unico posto, con un'unica segreteria e adeguata sala di attesa.
Le problematiche emozionali si sono acuite con la pandemia e
siamo ancora senza spazi di ricovero ospedaliero per minori e
adolescenti, che vengono mandati in pediatria o in diagnosi e
cura. È necessario investire in questo settore perché in Umbria
da 30 anni non viene fatta alcuna programmazione per questi
servizi, di cui ci si ricorda solo a causa di emergenze o
specifiche situazioni, senza mai un piano. E siamo in una
situazione molto critica".
Sulla ipotesi "Villa Massari", la dottoressa Blasi ha
ricordato che c'è un importante finanziamento statale e in parte
della Regione che ha portato all'aggiudicazione dei lavori a una
ditta che dovrebbe iniziare a lavorare a settembre. "Cozza con
la migliore organizzazione possibile - ha detto - quella di
un'unica sede anche per il centro autismo, ipotesi che rimane
valida anche se è difficile uscire dal vincolo attuale. Nel
frattempo dobbiamo gestire le problematiche correnti,
individuare spazi ulteriori senza spese per l'azienda,
rimodulando l'articolazione degli orari e usando spazi esterni,
che non sono la soluzione ottimale ma un tampone".
Infine, la dottoressa Ciammarughi ha rimarcato le difficoltà
"in un momento significativo di casistica grave dovuto anche
alla pandemia, con richieste estremamente gravose da parte
dell'utenza, complicate dalla mancanza di spazi", segnalando
anche che "alle problematiche di ordine psicopatologico si
aggiungono numerose richieste da parte dell'autorità giudiziaria
inerenti casi di bambini con disagio familiare e situazioni di
multiproblematicità".
Dopo l'audizione il consigliere regionale Tommaso Bori (Pd) ha
detto che "l'audizione odierna è solo l'inizio di un percorso da
fare in ausilio di un servizio di eccellenza messo in crisi
dalla carenza di spazi, dai processi interrotti e poi cambiati
per l'individuazione della nuova sede, dalla mancanza di
strutture di ricovero ospedaliero e di centri residenziali e
semiresidenziali, e quindi dall'aumento di utenza causato dalla
pandemia, per cui si tratta di una priorità da affrontare
subito".
Paola Fioroni (Lega) ha detto che "la collocazione futura dei
servizi è stata portata all'attenzione del Direttore generale
per un percorso da finalizzare entro breve. Attualmente ci vuole
una soluzione ponte e so che la direzione sta valutando varie
ipotesi per far funzionare al meglio i servizi. Certamente la
mancanza di programmazione ha lasciato senza una una
progettazione adeguata. Un ricovero necessario per i minori è
una priorità. Ora c'è un progetto e bisogna dargli le gambe. C'è
anche una rinnovata interlocuzione con l'Università su questi
temi e in particolare sulla formazione specifica".
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