Si sono tenute nella giornata di
lunedì le riunioni preliminari con i rappresentanti di Inps,
delle organizzazioni sindacali e con le associazioni che si
occupano di disabilità, per avviare la concertazione sulle
"Linee di indirizzo e di governance" che Regione Umbria intende,
all'esito del percorso partecipativo, adottare per l'attuazione
del Decreto legislativo 62 del 2024 sulla "Definizione della
condizione di disabilità, della valutazione di base, di
accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale
per l'elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale
personalizzato e partecipato". Lo ha riferito la stessa Regione
con una nota diffusa dal suo ufficio stampa.
Al tavolo della mattina a Palazzo Donini, insieme alla
presidente della Regione Stefania Proietti, la direttrice Salute
e Welfare Daniela Donetti e alla dirigente Programmazione della
rete dei servizi sociali e integrazione socio-sanitaria,
Valentina Battiston, sono intervenuti il dirigente Iinps Stefano
Lo Re, Gianni Fiorucci della segreteria regionale della Cgil,
Riccardo Marcelli, segretario regionale della Cisl, Marcello
Barni, responsabile del patronato Inas Umbria e Dario Bruschi,
segretario regionale della Fnp Cisl Umbria, con la Uil che ha
aderito alle finalità dell'incontro anche se non presente per
motivi contingenti. Nel pomeriggio il confronto è proseguito al
Broletto con le associazioni di volontariato.
Per Palazzo Donini si è trattato di un primo momento di
condivisione delle proposte stilate dagli uffici regionali, che
in tempi molto stretti la Giunta regionale intende trasfondere
nel Piano socio sanitario territoriale, e di analisi delle
criticità riscontrate in questi primi mesi di sperimentazione
del "Progetto di vita individuale", che è stato anche oggetto
dalla Carta di Solfagnano e del recente G7 su Inclusione e
Disabilità. Progetto che vede la Provincia di Perugia capofila
nel primo periodo sperimentale insieme ad altre 8 province e che
la Giunta Proietti ha voluto estendere da subito anche alla
Provincia di Terni.
In "modo franco" si sono analizzati gli aspetti che stanno
funzionando e quelli che si ritengono da mettere a punto, con le
associazioni e le organizzazioni sindacali che hanno voluto dare
atto del grande impegno e della volontà con la quale Regione
Umbria si è messa all'opera sulla materia, mentre da parte sua
la presidente Proietti ha voluto spronare tutti a mettersi a
disposizione delle persone con disabilità che "devono essere al
centro del progetto e per le quali il reale e tempestivo
funzionamento delle procedure che stiamo sperimentando può fare
la differenza tra la riuscita o meno di un'azione, quali un
piano di studio personalizzato, un progetto di vita
indipendente, che può cambiare la loro vita e la vita dei loro
familiari".
In particolare la presidente Stefania Proietti ha insistito
sul rendere più capillare la rete dei punti di accesso per la
prima valutazione delle necessità della persona e rimarcato la
necessità del coinvolgimento di un maggior numero di medici
nelle commissioni di valutazione. Per ottenere il risultato di
evitare il più possibile alle persone con disabilità di dover
raggiungere i pochi punti con cui si è per ora iniziata la
sperimentazione, la presidente ha offerto anche la messa a
disposizione sul territorio di spazi di proprietà della regione.
Con le associazioni di volontariato si è infine condivisa in
particolar modo l'esigenza di trovare forme di comunicazione il
più efficaci possibile per portare all'attenzione degli
interessati le iniziative connesse al progetto di vita e si è
stabilito anche di redigere, sulla base dell'esperienza delle
associazioni stesse, un vademecum per orientare l'utenza
nell'approccio al servizio.
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