"È triste pensare che per vedere
riconosciuti i propri diritti i docenti siano obbligati ad
arrivare fino al terzo grado di giudizio con un notevole
dispendio di tempo, energie e denaro non solo per
l'Amministrazione, ma anche per i lavoratori stessi. Pratica
reiterata rispetto a molti contenziosi. Un sistema, quello della
Regione, che ci lascia molto perplessi". Lo ha detto in aula
Erika Guichardaz (Pcp) che ha presentato un'interrogazione a
risposta immediata nella quale è stato affrontato il rigetto da
parte della Corte di Cassazione del ricorso della Regione contro
una sentenza d'appello che riconosceva il risarcimento del danno
per reiterazione dei contratti a tempo determinato a favore di
un docente.
Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, ha riferito che
"l'Amministrazione si è determinata a ricorrere avanti la Corte
di Cassazione contro la sentenza d'appello che ha ritenuto
illegittima la reiterazione di contratti a termine siglati nella
vigenza della legge n. 107/2015 (che prevedeva l'indizione di
concorsi a cadenza triennale, oltre a un piano straordinario di
assunzioni), ha riconosciuto il risarcimento del danno
nonostante l'assenza del titolo di abilitazione e, infine, ha
riconosciuto il risarcimento del danno nonostante l'assunzione
in ruolo disposta in virtù della procedura concorsuale
straordinaria bandita per il superamento del precariato". Poi ha
aggiunto: "A dimostrazione che non si è trattato di 'difesa a
oltranza', la Corte, nell'accogliere l'istanza della difesa
regionale di discussione in udienza pubblica, ha rilevato
espressamente che la Cassazione stessa non si era mai in
precedenza pronunciata sull'estensibilità dei principi di
diritto di altre sentenze alla reiterazione di contratti a tempo
determinato nel settore scolastico stipulati dopo la legge
107/2015. Per questo la Corte ha ritenuto opportuno che l'esame
delle questioni avvenisse all'esito di udienza pubblica. Si
ricorda ancora, a questo riguardo, che il Pubblico ministero si
era pronunciato in senso favorevole all'accoglimento del ricorso
della Regione. Quindi, nonostante l'esito della causa sia stato
sfavorevole, lo sviluppo del giudizio di Cassazione e la
dichiarata valenza della sentenza a fini di uniformità
interpretativa, hanno dimostrato che le ragioni addotte dalla
Sovrintendenza agli studi e sostenute dall'Avvocatura regionale
necessitavano di una attenta valutazione e del più ampio
contraddittorio. Pertanto ritenere che 'le motivazioni della
Corte d'Appello fossero incensurabili alla luce della precedente
giurisprudenza' non corrisponde al vero, tanto che è stato
sottolineato il carattere innovativo della sentenza, a
dimostrazione dell'aleatorietà dell'esito del contenzioso".
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