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Da Giuditta a Maddalena, le donne più audaci della Bibbia

Da Giuditta a Maddalena, le donne più audaci della Bibbia

Un libro, "Libere", mette in primo piano la fede al femminile

CITTÀ DEL VATICANO, 30 marzo 2025, 18:31

di Manuela Tulli

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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C'è Giuditta, resa famosa da Caravaggio mentre taglia la testa al generale Oloferne. C'è Maddalena scelta come prima persona da Cristo per mostrarsi dopo la sua resurrezione. C'è la Samaritana che nella sua vita è passata da un uomo all'altro ma è a lei che Gesù - così raccontano i Vangeli - non solo chiede da bere ma annuncia la sua missione sulla terra. Sono le donne della Bibbia che hanno un ruolo di primo piano e che sono "Libere", come sottolinea il titolo del libro di Laura Verrani (edizioni San Paolo).
    E' dunque un viaggio nelle Scritture tutto al femminile quello compiuto dalla biblista che esplora l'Antico e il Nuovo Testamento sotto un'altra prospettiva, rispetto a quelle più tradizionali, e mette in risalto la libertà con le quali rispondono le donne.
    Si parte dall'inizio della Bibbia: la chiamata di Abramo, infatti, non si attua senza Sara, chiamata ad uscire non dalla casa del padre ma dalla tenda e dall'ombra del suo sposo. Così come l'Esodo non è possibile senza il "sabotaggio" nei confronti del potere perpetrato da un gruppo di donne che nemmeno si conoscono tra loro ma condividono il rispetto per la vita. Tra le protagoniste raccontate nel libro, che alterna i testi della Bibbia al commento dell'autrice, c'è anche la donna "curva" del Vangelo di Luca: figura di colei che ha trascorso una vita a guardare in basso, costretta da una deformità che è lo specchio di una condizione sociale ed esistenziale. Ed è emblematico che Gesù la chiami non per dirle che deve accettare la sua sofferenza "ma per scioglierla dalla prigionia in cui è costretta la sua vita", scrive l'autrice, sottolineando che "in questa donna piegata e sfinita, prima ignorata e poi giudicata, si nasconde anche il vissuto drammatico di chi nella Chiesa ha sperimentato l'abuso".
    Vengono dunque raccontate tante storie al femminile che evidenziano "l'approccio assolutamente originale, innovativo, destabilizzante del Dio di Israele - sottolinea nella prefazione Paolo Curtaz - che, in una società fortemente maschilista, come erano tutte le civiltà del tempo, parla al cuore di ogni persona, al di là della sua specificità di genere". Dopo secoli "è tempo che la sensibilità femminile - aggiunge lo stesso Curtaz - trovi lo spazio dovutole all'interno delle nostre comunità, come spesso ci ricorda Papa Francesco, anche a partire da testi che, come questo, propongono la lettura della Parola con un approccio laico e femminile".
   

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