C'è Giuditta, resa
famosa da Caravaggio mentre taglia la testa al generale
Oloferne. C'è Maddalena scelta come prima persona da Cristo per
mostrarsi dopo la sua resurrezione. C'è la Samaritana che nella
sua vita è passata da un uomo all'altro ma è a lei che Gesù -
così raccontano i Vangeli - non solo chiede da bere ma annuncia
la sua missione sulla terra. Sono le donne della Bibbia che
hanno un ruolo di primo piano e che sono "Libere", come
sottolinea il titolo del libro di Laura Verrani (edizioni San
Paolo).
E' dunque un viaggio nelle Scritture tutto al femminile
quello compiuto dalla biblista che esplora l'Antico e il Nuovo
Testamento sotto un'altra prospettiva, rispetto a quelle più
tradizionali, e mette in risalto la libertà con le quali
rispondono le donne.
Si parte dall'inizio della Bibbia: la chiamata di Abramo,
infatti, non si attua senza Sara, chiamata ad uscire non dalla
casa del padre ma dalla tenda e dall'ombra del suo sposo. Così
come l'Esodo non è possibile senza il "sabotaggio" nei confronti
del potere perpetrato da un gruppo di donne che nemmeno si
conoscono tra loro ma condividono il rispetto per la vita. Tra
le protagoniste raccontate nel libro, che alterna i testi della
Bibbia al commento dell'autrice, c'è anche la donna "curva" del
Vangelo di Luca: figura di colei che ha trascorso una vita a
guardare in basso, costretta da una deformità che è lo specchio
di una condizione sociale ed esistenziale. Ed è emblematico che
Gesù la chiami non per dirle che deve accettare la sua
sofferenza "ma per scioglierla dalla prigionia in cui è
costretta la sua vita", scrive l'autrice, sottolineando che "in
questa donna piegata e sfinita, prima ignorata e poi giudicata,
si nasconde anche il vissuto drammatico di chi nella Chiesa ha
sperimentato l'abuso".
Vengono dunque raccontate tante storie al femminile che
evidenziano "l'approccio assolutamente originale, innovativo,
destabilizzante del Dio di Israele - sottolinea nella prefazione
Paolo Curtaz - che, in una società fortemente maschilista, come
erano tutte le civiltà del tempo, parla al cuore di ogni
persona, al di là della sua specificità di genere". Dopo secoli
"è tempo che la sensibilità femminile - aggiunge lo stesso
Curtaz - trovi lo spazio dovutole all'interno delle nostre
comunità, come spesso ci ricorda Papa Francesco, anche a partire
da testi che, come questo, propongono la lettura della Parola
con un approccio laico e femminile".
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