Rafforzare l'export e puntare sui
mercati internazionali. E' questo l'obiettivo ribadito al
Vinitaly di Verona dai vertici della collettiva di imprese
guidata dalla Camera di Commercio di Irpinia-Sannio, nel terzo
giorno del salone del vino. Il tema dei dazi americani
impensierisce gli operatori, in particolare quelli più esposti
con le vendite verso gli Usa, ma il movimento di buyer da Italia
ed estero rappresenta un antidoto di fiducia per le imprese.
"Con i dazi annunciati alla vigilia della manifestazione da
parte della Casa Bianca - afferma Antonio Capaldo, presidente di
Feudi di San Gregorio, una delle aziende leader dell'Irpinia che
esporta il 30% dei propri volumi, di cui l'8% negli Stati Uniti
- questo è sicuramente un Vinitaly particolare, dove regna
l'incertezza. Devo però riconoscere che lo scenario attuale ha
rafforzato molto il rapporto con i partner americani e con tutti
gli altri operatori esteri: si è capito che la situazione
complessiva, che non riguarda solamente le barriere tariffarie,
ma anche il calo generale dei consumi di vino, deve essere
affrontata insieme, attraverso il dialogo e nuove strategie che
dobbiamo individuare con serenità".
Il territorio irpino per Capaldo dovrà rafforzare il trend
evidenziato negli ultimi anni, caratterizzato da una crescita
"prima di tutto dei vini bianchi, di quelli minerali o che
vantano una personalità molto spiccata, e puntare sulle varietà
autoctone, fattore quest'ultimo che un tempo era considerato un
negativo, mentre oggi è un tratto distintivo del territorio e
della produzione vitivinicola locale", aggiunge il numero uno di
Feudi di San Gregorio. "Dobbiamo inoltre valorizzare
maggiormente come regione l'opportunità dell'enoturismo,
elemento che in una regione come la Campania può armonizzare
ambiente, storia, cultura, produzioni locali", conclude Capaldo.
Il Vinitaly 2025 sta dando risultati positivi anche per
Milena Pepe, dell'azienda irpina Tenuta Cavalier Pepe. "In
questi giorni - spiega Pepe - abbiamo avuto diversi incontri,
prenotati da tempo; questo ci permette di guardare avanti con
fiducia, nonostante le incognite geopolitiche e le tensioni sui
dazi americani. Siamo però convinti che si riesca anche in
futuro a lavorare con gli Stati Uniti, perché sono consumatori
che se si affezionano a un'etichetta o a un'azienda,
difficilmente cambieranno. Dovremo trovare delle intese,
certamente, ma cerchiamo di dialogare e di guardare avanti in
maniera costruttiva". L'azienda irpina punta molto all'export,
che oggi pesa per il 40% dei volumi, "con presenze in Brasile,
Messico, Stati Uniti, Canada, Europa, Turchia e Africa, senza
per questo trascurare il mercato interno, dove puntiamo
prevalentemente al canale Horeca".
Anche per i produttori sanniti al Vinitaly il bicchiere è
mezzo pieno. "Buyer e importatori americani ci hanno rassicurato
e spronato a non demordere, confidiamo in una svolta politica
sui dazi e un accordo che sia meno penalizzante per i produttori
italiani", afferma Domizio Pigna, presidente della cooperativa
La Guardiense di Guardia Sanframondi, nel Beneventano - ma
rispetto allo scorso anno stiamo registrando un incremento di
oltre il 30% degli appuntamenti con gli operatori, credo sia un
buon segnale. L'obiettivo è di incrementare le esportazioni per
una delle più importanti cooperative vitivinicole campane, con
1.000 soci conferenti e 1.500 ettari vitati". "Oggi l'export -
conclude Pigna - pesa per circa il 20%, vorremmo arrivare
attorno al 50%, per bilanciare il mercato. Con gli Usa avevamo
avviato un dialogo promettente, ma puntiamo anche all'Europa con
Germania, Austria, Svizzera e Scandinavia in fase di ulteriore
consolidamento e all'Asia, con Giappone, Corea del Sud e Cina da
potenziare".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA