Vestiti di nero con maschere
bianche a coprire il volto, i rappresentanti della Cub hanno
organizzato stamani un presidio con volantinaggio davanti
all'ingresso artisti della Scala in occasione della riunione del
cda per chiedere "più organico e meno precariato".
'In agitazione per dignità e occupazione' recita lo
striscione che hanno con loro i manifestanti, ad ora una decina.
"Le maschere simboleggiano la nostra invisibilità di precari",
spiegano. Fra loro sarte, parrucchieri e calzolai. "Io ho un
contratto serale a chiamata da otto anni. È una dicitura che
nasconde la continuità" spiega una di loro, e che fra l'altro
non prevede "la malattia o la possibilità di avere un mutuo".
"C'è bisogno di stabilizzare le masse, assumere giovani
garantendo il ricambio generazionale per far vivere il teatro e
evitare esternalizzazioni e lavorare tranquilli e in sicurezza"
ha spiegato Roberto D'Ambrosio.
Escluse le maschere, sottolinea la Cub, sono oltre 250 i
precari con contratti intermittenti, a tempo e partite Iva.
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