Missione altamente simbolica a Kiev di Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz e Donald Tusk, con annesso vertice della Coalizione dei Volenterosi in formato ibrido, per dare modo a tutti i partner di partecipare. Collegata in video anche la premier italiana Giorgia Meloni.
L'Occidente cerca una svolta per forzare la Russia al tavolo della pace e a quanto pare la trova, concordando un piano in 4 punti che parta da una tregua incondizionata di 30 giorni a partire da lunedì. Se Mosca non accetta dovrà affrontare nuove e massicce sanzioni. E stando a Volodymyr Zelensky, Donald Trump - collegato al telefono nella riunione ristretta coi leader - è d'accordo. "Abbiamo parlato tutti insieme con il presidente e abbiamo concordato la nostra visione comune e le nostre ulteriori azioni congiunte", afferma su X.
La roadmap prevede dunque una cessate il fuoco "totale", nei cieli, in mare e sulla terraferma, con un monitoraggio garantito dagli Usa, "per dare una reale possibilità alla diplomazia". In questo periodo, assicura Zelensky, il lavoro si concentrerà "sulla definizione delle basi di sicurezza, politiche e umanitarie per la pace". Il secondo punto prevede "il rafforzamento delle forze di difesa dell'Ucraina" che al suo interno dovrebbe comprendere "il contingente di sostegno" in corso di elaborazione dai Volenterosi; a corollario c'è "il finanziamento della nostra resilienza in materia di difesa sia gli investimenti nella produzione di armi in Ucraina, in progetti congiunti e nei paesi europei". Il terzo elemento del piano è composto dall'uso efficace dei beni russi congelati e di discuterne in occasione del prossimo vertice del G7. Quarto e ultimo, le sanzioni: "Se la Russia rifiuta un cessate il fuoco completo e incondizionato, devono essere applicate sanzioni più severe ai suoi settori energetico (petrolio, flotta ombra, combustibili fossili) e bancario", ammonisce Zelensky.
I 'fantastici 4' hanno esordito postando una fotografia sui vari profili social mentre si trovavano in una saletta dell'aeroporto di Rzeszów, in Polonia, prima di salire a bordo del treno per Kiev. Tavolo bianco, bottiglie d'acqua minerale e bandiere dei rispettivi Paesi sullo sfondo (più una cartina della Polonia orientale, dove sta sorgendo lo scudo terrestre anti Russia East Shield). Giunti nella capitale ucraina, hanno visitato Maidan ponendo dei ceri al sacrario dei caduti. Poi gli incontri di lavoro. Nel formato ibrido sono stati coinvolti "più di 30 Paesi" oltre che i vertici dell'Unione Europea e della Nato. Giorgia Meloni, nel suo intervento, ha "rinnovato l'urgenza di un cessate il fuoco totale". La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen invece, ricordando che l'Ue ha già presentato la proposta di un ulteriore pacchetto di misure restrittive (il 17esimo), si è detta a favore di sanzionare "anche i consorzi del Nord Stream 2". "L'era dei combustibili fossili russi in Europa deve finire", ha rimarcato.
Lo show, sulle prime, ha suscitato la rabbia del Cremlino. Vladimir Putin, ha notato il portavoce Dmitry Peskov, è "disposto al dialogo" ed è l'Europa a mostrarsi aggressiva. E poi ha sottolineato come la Russia sia ormai "abituata" alle sanzioni e sappia benissimo "come fare a ridurne gli effetti".
Più colorito, al solito, l'ex presidente russo e numero due del Consiglio di Sicurezza russo Dmitry Medvedev. "Macron, Merz, Starmer e Tusk avrebbero dovuto discutere di pace a Kiev, invece, stanno lanciando minacce contro la Russia", ha scritto su X. "O una tregua per dare respiro alle orde banderiste o nuove sanzioni. Pensate che sia una mossa intelligente, eh? Infilatevi questi piani di pace nei vostri sederi pangender!", ha tuonato. In serata, però, Peskov ha usato toni più morbidi.
"Dobbiamo riflettere bene, si tratta di una novità", ha dichiarato alla Cnn. Con una postilla. "Cercare di esercitare pressioni su di noi è del tutto inutile".
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