L'olio extravergine d'oliva (Evo) è nel carrello della spesa del 96% dei consumatori italiani, rappresenta un "bene sociale" e un ingrediente irrinunciabile per la tavola tricolore. Lo evidenzia un'indagine realizzata dall'Osservatorio Nomisma-Sol2Expo - illustrata oggi al ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, in occasione della conferenza stampa della manifestazione in programma a Veronafiere dal 2 al 4 marzo. Il 36% dei consumatori considera l'olio Evo uno degli alimenti più salutari, al pari di verdure, frutta e pesce, tanto che le parole più associate dagli italiani alla filiera olivicola sono "salute", "sostenibilità" e "natura", a cui si aggiungono i riferimenti a "qualità", "bontà", "benessere" e "beneficio". A orientare l'acquisto di olio Evo, prima ancora del prezzo (prima motivazione per il 18%) e della fedeltà al brand (15%), sono sempre più le indicazioni di origine, importanti per 4 consumatori su 10, attenti sia alla provenienza made in Italy (29%) che alla presenza di certificazioni Dop/Igp (15%).
Con 619 mila imprese e 4.327 frantoi attivi, l'Italia rappresenta uno dei principali produttori di olio d'oliva a livello globale. Per quanto riguarda l'export, precisa Denis Pantini di Nomisma, grazie a una domanda stabile e all'aumento dei prezzi all'export, nei primi dieci mesi del 2024 l'olio extravergine d'oliva italiano ha messo a segno una crescita del 52,5% a valore (per un consuntivo tra gennaio e ottobre di 2,116 miliardi di euro) e del 5,4% a volume sul pari periodo 2023.
L'export di Evo made in Italy raggiunge oggi 160 Paesi, ma oltre il 60% delle esportazioni italiane di olio extravergine di oliva si concentra tra Stati Uniti, Germania, Francia, Canada e Giappone, con gli Usa che, da soli, assorbono circa un terzo dell'olio Evo italiano esportato. Con una panoramica su prodotto, tecnologia, formazione e turismo, Sol2Expo - Full Olive Experience (2-4 marzo, Veronafiere) vuole accendere i riflettori sull'intera filiera dell'olivicoltura italiana.
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