Un libro-fiume nel quale il Papa emerito
Benedetto XVI si confessa a tutto tondo: dall'insofferenza,
quando era Papa, per le visite dei politici, allo Ior che era
"un punto di domanda", dal fatto che non si aspettava l'elezione
di Bergoglio al suo rapporto con Wojtyla. Passando anche per
dettagli più intimi come il fatto che ami dormire, sia da anni
cieco da un occhio o cosa voglia che sia scritto sulla sua
lapide. Uscirà domani in contemporanea mondiale un
libro-intervista con Peter Seewald, "Ultime conversazioni". In
Italia sarà nelle librerie per Garzanti e nelle edicole con il
Corriere della Sera. Joseph Ratzinger dunque si apre al suo
biografo con grande sincerità e naturalezza. Ride durante la
conversazione, diverse volte. Come quando racconta della zia che
fece 'marameo' ai nazisti che passavano su un treno. Ma anche
piange, quando ricorda le campane che lo salutarono nel momento
in cui, dopo la rinuncia, lasciò in elicottero il Vaticano per
ritirarsi a Castel Gandolfo.
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