Assolti "perché il fatto non
costituisce reato" Luciano Innocenzi e Luca Pernici, accusati di
avere detenuto un falso manoscritto autografo dell'Infinito di
Leopardi al fine di commercializzarlo. E' la sentenza emessa dal
Tribunale di Macerata: per Innocenzi proprietario del
manoscritto, difeso dall'avv. Marco Cercaci, e per Pernici
direttore degli istituti culturali di Cingoli, difeso dall'avv.
Giancarlo Nascimbeni, non sussiste dolo e i due avrebbero agito
in perfetta buona fede, convinti di avere trovato il terzo
autografo dell'Infinito, dopo quelli di Napoli e di Visso.
Pernici aveva segnalato la scoperta del 'manoscritto
leopardiano' tra le carte di una collezione privata. Ma dubbi
sull'autenticità erano sorti quasi subito: messo in vendita nel
luglio 2014 per 150 mila euro da una casa d'aste di Roma, il
manoscritto era stato ritirato e poi sequestrato dai carabinieri
del Ntoc. Per un perito era una stampa degli degli anni'60-'70.
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