Raccontare la violenza domestica subita o a cui hanno assistito uomini, donne, disabili, ragazzi e ragazze. E' l'ampio respiro che Simonetta Agnello Hornby riesce a dare nella performance/work in progress 'Credevo che', in cui sarà in scena con la regista e vocalist jazz Filomena Campus, domani a Palazzo Ducale a Mantova.
"La crudeltà è in tutti. Dobbiamo sospettare di tutto e tutti ma possiamo fare anche molto. Dobbiamo tornare al sistema Gingerbread, la onlus inglese nata nel 1916 per aiutare le vedove di guerra con bambini che oggi potrebbe funzionare per le donne maltrattate a cui va data la possibilità di rifarsi una vita. Il principio è quello di una famiglia che si prende in casa un'altra famiglia che ha bisogno di supporto, solidità, amore e allegria. Anche in Italia, facciamo il nostro Gingerbread che ovviamente deve essere supportato dai servizi sociali. E' una sorta di do ut des costruito e organizzato. I rifugi per donne maltrattate nati negli anni '60 funzionano per brevi periodi, sono positivi all'inizio e poi negativi" dice all'ANSA la Agnello Hornby al suo arrivo al Festivaletteratura, che si apre oggi a Mantova.
Scrittrice bestseller, avvocato dei casi di minori, l'autrice de 'La Menullara', 73 anni vissuti con grande energia, nello spettacolo parla di storie conosciute e affrontate in 30 anni di professione. Otto casi tra i quali quello della siciliana Franca Viola che nel 1963, a 16 anni, ebbe il coraggio di denunciare il suo stupratore e sfidare la morale del tempo. E anche le violenze subite da Franca Rame raccontate da Filomena Campus.
"Ho scritto una canzone dedicata alla Rame e un'altra dedicata ad alcune figure femminili sarde" racconta la Campus.
"Non avrei fatto questa performance, che abbiamo realizzato anche in inglese e messo in scena a Cardiff dove ha avuto un buon feedback, se non avessi incontrato Filomena. Era da tempo che volevo fare qualcosa sulla violenza domestica ma non sapevo da dove cominciare per non spaventare il pubblico con argomenti forti e tristi. Io non pagherei per andare a sentire un'ora di tristezza e denunce. Ma con Filomena che canta, è una vocalist jazz, funziona. Siamo riuscite a fare uno spettacolo da portare in giro" sottolinea la scrittrice-avvocato che ha un figlio disabile.
E 'Credevo che', annuncia la Hornby, diventerà uno spettacolo teatrale prodotto da Feltrinelli, a cui va riconosciuto il merito di investire in questo progetto, con la regia di Daniele De Plano, con video proiezioni e una colonna sonora, e 30 tappe previste nel 2019. E anche un mio libro con altre storie che sarà diverso dal testo scritto per il teatro, che uscirà sempre per Feltrinelli".
Nella performance anche la storia di una ragazza di 27 anni, che faceva volontariato per i bambini africani e si occupava di cani maltrattati, che teneva prigioniero e torturava il suo ragazzo . Finchè i vicini hanno sentito le urla del suo compagno, lei ha ammesso ed è stata in prigione per 7 anni. "Una storia che non ha fatto notizia in Inghilterra perchè oggi la violenza della donna contro l'uomo non è più inconsueta. Sono 2 milioni e 200 mila gli inglesi sopra i 16 anni , su una popolazione di 30 milioni, che hanno subito o assistito a violenze. E non ho dubbi che sia così anche in Italia" spiega la Agnello Hornby. C'e' anche un caso di vent'anni fa di una donna disabile che obbligava un uomo portoghese, marito della sua governante, ad un certo tipo di prestazioni sessuali minacciandolo che se avesse rivelato tutto lo avrebbe accusato di molestie. E ci sono anche le denunce di violenze che non ci sono state. Ma quello che ha ispirato la scrittrice a fare tanto per la violenza è stata la terribile vicenda della figlia di un cugino di sua madre, che lei aveva avuto ospite a Londra nel 1977 e che poi non aveva più incontrato, "uccisa dal suo fidanzato, tagliata a pezzi e messa nel freezer. Mi sono sentita in colpa, avrei dovuto capire che era vulnerabile". La Hornby si dice anche "perplessa dell'omertà di persone che accusano oggi per cose avvenute trent'anni fa. Nel mondo ci sono cose orribili e cose bellissime e quelle orribili devono essere denunciate e dobbiamo prevenirle. Il lavoro deve essere fatto a monte" dice la Agnello Hornby che sta lavorando a un nuovo romanzo che sarà il seguito di 'Caffè amaro' (Feltrinelli).
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