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Giuseppe Capogrossi, la forza del segno

Giuseppe Capogrossi, la forza del segno

A 50 anni morte la Gnam celebra uno dei maestri dell'informale

ROMA, 20 settembre 2022, 17:37

Redazione ANSA

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Un lungo percorso per affermare la forza del segno, un cammino cominciato negli Anni Trenta con la pittura figurativa di volti, corpi e ambienti seguendo la rotta del tonalismo, la crisi attraversata dopo la fine della seconda guerra mondiale per approdare all'astrattismo di cui è diventato uno dei grandi maestri. Racconta l'evoluzione - e il tormento con cui si trovò a lungo a fare i conti - di un personaggio che non amava i riflettori 'Dietro le quinte', la mostra che fino al 6 novembre la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma dedica a Giuseppe Capogrossi a 50 anni dalla morte. La cinquantina di opere, tra lavori su carta e dipinti, selezionate dalla curatrice Francesca Romana Morelli, rappresentano la prima retrospettiva che affianca per la prima volta il primo periodo di attività del pittore con la produzione astratta che lo ha reso celebre. Il prologo nella sala che apre l'esposizione è affidato a una ventina di disegni scelti per documentare proprio il passaggio di campo, dai nudi di donna ai simboli grafici celebrati nel vasto campionario delle Superfici che hanno scandito l'intera carriera successiva.
    Efficace la scelta di affiancare alle opere astratte quelle, intense e rarefatte, del primo periodo - come Il Vestibolo e Ritratto Muliebre (del 1932), o Nudo disteso (1940) e Dietro le quinte (1938). "La mia ambizione - scrisse l'artista nel 1955 presentando una sua mostra al Museum of Modern Art di New York - è di aiutare gli esseri umani a vedere quello che con i loro occhi non percepiscono: la prospettiva dello spazio nel quale nascono le loro opinioni e azioni".
    Le celebrazioni di Giuseppe Capogrossi (1900-1972) avranno un seguito in 25 musei italiani che, dal 9 ottobre, il giorno della morte dell'artista, hanno in programma mostre, eventi, incontri e approfondimenti per mettere in luce il segno lasciato dal maestro nelle sedi espositive e nelle istituzioni italiane.
   
   

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