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Mirò incontra Maria Lai con la mostra Il fascino della sorpresa

Mirò incontra Maria Lai con la mostra Il fascino della sorpresa

Dal 12 aprile al Camuc e Stazione dell'Arte di Ulassai

CAGLIARI, 07 aprile 2025, 12:52

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Il capo di un filo può far scattare in me tutto un mondo", diceva Mirò, tra i maggiori esponenti del Surrealismo. Le opere del grande artista spagnolo dialogheranno con quelle di Maria Lai, artista sarda che ha intrecciato arte, memoria e identità con un linguaggio visivo originale.
    Dal 12 aprile al 29 giugno Camuc e Stazione dell'Arte di Ulassai - paese natale di Maria Lai - ospitano la mostra "Mirò incontra Maria Lai. Il fascino della sorpresa", pensata ad hoc per questi spazi.
    Nelle oltre 70 opere tra grafiche, dipinti, libri, arazzi e pezzi unici della Fundació de Arte Serra di Palma de Mallorca, l'universo immaginifico si raffronta con le opere tessili, i libri d'artista e i disegni che Maria Lai ha donato alla sua comunità nella Stazione dell'Arte di Ulassai.
    Il vernissage è in programma alle 11. La mostra, curata da Lola Durán Úcar e Marco Peri, si concentra sulle dimensioni poetiche e immaginative del lavoro dei due artisti. Promossa dal Comune, prodotta dalla Fondazione Stazione dell'Arte con il supporto organizzativo di Arthemisia. Emergono sorprendenti affinità espressive e interessi condivisi tra due artisti apparentemente lontani, ma uniti da connessioni immaginative e risonanze concettuali.
    "Il legame con la natura, la connessione con la poesia e la scrittura, il rapporto stretto con un'isola mediterranea - ha evidenziato Lola Durán Úcar - per Miró Maiorca, fonte inesauribile di ispirazione, ha avuto un impatto decisivo sulla sua arte, lo stesso è avvenuto per Maria Lai con la Sardegna".
    Questi luoghi hanno plasmato il loro immaginario, pur spingendoli a cercare nuovi orizzonti. "Il percorso vuole suggerire fili invisibili, affinità espressive e interessi comuni tra Joan Miró e Maria Lai. Sarà lo sguardo del pubblico a tessere connessioni immaginative e a scoprire risonanze concettuali tra i due - sottolinea Marco Peri - la prima sala presenta un manifesto poetico dei due artisti: due arazzi che testimoniano mondi che si osservano e si rispecchiano.
    Affascinati dai saperi artigianali, Miró e Maria Lai trasformano il disegno in manufatti tessili, da un lato, la forza dirompente del colore e l'astrazione poetica di Miró; dall'altro, il segno essenziale, rigoroso e geometrico di Maria Lai. Miró trae ispirazione dal sogno e dall'improvvisazione, Lai affonda le radici nelle visioni e nelle storie della sua terra. La loro arte si muove tra affinità e divergenze, in un gioco sorprendente di rimandi e suggestioni".
   

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