Un regista rigoroso e provocatorio
come il messicano Michel Franco, ha raccontato più volte la
violenza, intima e sociale: la guerra in Ucraina "non mi ha
sorpreso come non mi sorprendo di fronte a episodi terribili
che accadono nel mio Paese. La violenza è intorno a noi, nei
miei film parlo dei modi per affrontarla. Dovremo smettere di
far finta di essere sorpresi quando la violenza si manifesta,
ignorarla è ciò che mi spaventa di più. Va invece superata,
indagandone ed affrontandone le cause. Questa guerra è una
triste conferma di quanto il mondo sia su una strada sbagliata".
Lo dice all'ANSA il cineasta, che torna dal 14 aprile nelle sale
italiane (distribuisce Europictures) con Sundown, dramma con
tinte thriller che ha per mattatore Tim Roth in un cast che
comprende Charlotte Gainsbourg e Iazua Larios.
Una storia in cui la violenza è quella dei rapporti
famigliari, dei non detto e di classi sociali diverse a
confronto. Il fulcro è una vacanza in un esclusivo hotel di
Acapulco della ricca famiglia Bennett, con Neil (Roth) che ha
accompagnato la sorella Alice (Gainsbourg) e i nipoti Colin e
Alexa (Samuel Bottomley, e Albertine Kotting McMillan).
Un'emergenza famigliare costringe i Bennett a dover tornare a
casa, ma all'ultimo momento, Neil, con una scusa, decide di
restare ad Acapulco. L'uomo si sottrae repentinamente a ogni
responsabilità e alle chiamate della sorella, passando le
giornate tra spiaggia, strade e un alberghetto di un quartiere
popolare. Un limbo che gli riserva incontri sorprendenti e
pericolosi.
"Il film mi ha riportato a un posto in cui ho passato molto
tempo da bambino e adolescente, Acapulco - spiega Franco -. E'
un luogo che simboleggia il piacere della vacanze, di stare al
sole e andare mare ma negli ultimi anni avevo smesso di andarci
perché è diventato un luogo estremamente violento, dove ci sono
uccisioni quasi ogni giorno. Una dimensione che raramente tocca
i luoghi dei turisti, ma capita che si incrocino".
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