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'Il mio vicino Adolf', quando il sospetto sposa la vendetta

'Il mio vicino Adolf', quando il sospetto sposa la vendetta

In sala il film di Prudovsky con David Hayman e Udo Kier

ROMA, 01 novembre 2022, 15:03

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il sospetto unito alla vendetta è una miscela ancora più esplosiva se non si è giovani. È il caso di Polsky (David Hayman), ultrasettantenne ebreo con una famiglia sterminata nei campi di concentramento e che ora, siamo nel 1960, si è rifugiato nel nulla della campagna colombiana. È lui, insieme al coetaneo Herzog (Udo Kier), il protagonista de IL MIO VICINO ADOLF di Leon Prudovsky, un dramedy all'ombra della Shoa, in sala dal 3 novembre con I Wonder Pictures.
    Chi è davvero Polsky? Un signore come tanti ferito dalla vita e che ha due passioni: le rose nere e gli scacchi. Una vita monotona la sua fino a quando si ritrova, nella sua isolata casa, un vicino, Herzog, che più misterioso non potrebbe essere, almeno per Polsky.
    Basta uno sguardo e per il maestro di scacchi arriva una certezza: Herzog non è altri che Hitler il quale, sotto mentite spoglie, si è rifugiato proprio vicino a lui con tanto di cane lupo, Wolfie, e assistente kapò che parla tedesco.
    Una grande occasione per Polsky di vendicarsi finalmente.
    Comincia così a spiarlo e tante sono le cose che sembrano collimare con la figura di Hitler: ha un cane lupo, proprio come il dittatore tedesco; dipinge improbabili paesaggi, è poi mancino e, su tutto, gli somiglia molto nonostante una lunga barba e inseparabili occhiali da sole.
    Spiare qualcuno impone, ovviamente, di avvicinarsi molto al sospettato, e questo avvicinamento spesso implica anche la nascita di un'amicizia strumentale, di comodo, che spesso diventa autentica. È quello che accade davvero a questi due uomini che hanno alla fine molte cose in comune come, ad esempio, la passione degli scacchi.
   

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