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Rabiye, madre coraggio con il figlio a Guantanamo

Rabiye, madre coraggio con il figlio a Guantanamo

In sala dal 24/11 'Una mamma contro G. W. Bush' da storia vera

ROMA, 13 novembre 2022, 15:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una incredibile storia vera, una battaglia per il rispetto dei diritti alla base della democrazia, combattuta da una casalinga turco-tedesca determinata a riportare a casa il figlio e raccontata con la capacità di fare sorridere senza mai togliere lo sguardo da una realtà dai contorni drammatici. E' la storia di "Una mamma contro George W. Bush", il film di Andreas Dresen distribuito in Italia dal 24 novembre d Wanted cinema, dopo due Orsi d'argento vinti alla Berlinale 2022. Una vicenda che comincia a poche settimane dall'attentato che ha cambiato per sempre il mondo e prosegue con la creazione di una prigione, quella di Guantanamo, che ha sospeso una vasta gamma di diritti dati ormai per acquisiti. E' lì che viene portato il figlio della protagonista, sospettato di essere un terrorista. E' da lì, da quell'arresto, che parte la lunga battaglia legale internazionale di Rabiye Kurnaz, una donna semplice guidata dall'intuito, dalla determinazione e dalla certezza dell'innocenza di suo figlio. Un dettaglio importante, ma non dirimente, imparerà a capire la stessa Rabiye, perché tutti, anche i colpevoli, hanno diritto a un giusto processo, ad essere arrestati con un' accusa, ad essere trattati nel rispetto dei diritti umani.
    Come un fiume in piena questa donna, interpretata dall'esordiente Meltem Kaptan, giustamente premiata con l'Orso d'argento, riuscirà a trascinare e coinvolgere un avvocato idealista che si batterà per la famiglia Kurnaz fino all'ultimo e tutte le persone che incontrerà sulla sua strada, che contagerà con la sua forza e spontaneità fino a raccogliere attorno a sé un vasto movimento di opinione. Restando sempre ancorata al suo obiettivo: riportare a casa il figlio. Guidata dal legale, Rabiye arriverà fino a Washington, alla Corte Suprema, al cuore della democrazia, per sfidare la "sospensione dei diritti autorizzata dal presidente americano George W. Bush".
   

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