"La scrittura è libertà totale. Un
film è importante, c'è una parte della tua anima, però è sempre
frutto di un compromesso tra te, il produttore, il distributore
e l'esercente". Lo dice all'ANSA Carlo Verdone nel giorno in cui
arriva in libreria per Bompiani il suo nuovo libro 'La carezza
della memoria' che ha scritto durante la pandemia, nel primo
lockdown, quando aprendo un grosso scatolone che stava su uno
scaffale da anni ha trovato foto in bianco e nero, polaroid,
lettere, rubriche telefoniche e ha deciso di lasciarsi
accarezzare dai ricordi, seguendo la strada della sua vita.
"Ho sentito di poter scrivere tutto quello che volevo di
leggero, dolente, intimo, drammatico, comico. E questo mi ha
portato a guadare il mondo con assoluta libertà. Però la
scrittura non è una cosa che si impara in quattro e quattr'otto.
La scrittura è un esercizio continuo ed estenuante di lettura e
di scrittura" spiega Verdone parlando del libro che arriva dopo
il successo de 'La casa sopra i portici'. Ne 'La carezza della
memoria' c'è anche un testo ritrovato del padre, Mario Verdone,
sulla magnanimità e un episodio in cui Verdone racconta
l'incontro, a vent'anni, con la prostituta Maria e il loro amore
platonico che potrebbe diventare un film con la sua regia.
"Finirà così, lo farò come regista. Il problema sarà cercare chi
fa Carlo Verdone a 23 anni e chi fa lei" annuncia.
La copia zero de 'La carezza della memoria' è stata portata da
Verdone al Papa. "Il Vaticano mi ha chiesto di fermarmi qui
perchè ci sarà un comunicato più avanti dove si capirà bene
perchè lo ho incontrato e in che occasione" spiega l'attore,
regista, sceneggiatore. "Ho scritto una bellissima dedica. Penso
di avergli suscitato l'impressione di essere una persona
riflessiva, profonda. Mi ha detto che era stato contento di
parlare con me e che il libro lo avrebbe sicuramente letto. A me
basterebbe che leggesse anche solo la dedica. Ci ho impiegato
un'ora per farla, non era semplice" racconta.
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