ALESSANDRO DI BATTISTA, SCOMODE
VERITÀ (PAPERFIRST, PP, 160, EURO 15). La guerra in Ucraina, il
massacro a Gaza, la catastrofe in Medio Oriente, il ruolo dei
Governi occidentali e dei mass media. Sono le questioni che
affronta Alessandro Di Battista nel saggio 'Scomode verità' che
sarà in libreria il 26 marzo per PaperFirst con la prefazione di
Piergiorgio Odifreddi.
"La domanda cruciale, che Di Battista ci pone, è cosa dobbiamo
fare noi, e da che parte dobbiamo stare. Il suo libro ci aiuta a
scegliere con cognizione di causa" dice Odifreddi.
"Israele è una democrazia e ha il diritto di
difendersi": questa, viene sottolineato nel libro, "è la puerile
argomentazione utilizzata da buona parte di politici e
giornalisti per affrontare il conflitto in Palestina. Chiunque
osi raccontare quel che è avvenuto negli ultimi decenni viene
descritto come filo-Hamas, come un giustificazionista. Stesso
schema utilizzato dalla propaganda del blocco occidentale alla
vigilia dell'intervento in Afghanistan quando chi si opponeva a
quella guerra veniva descritto come filo-talebano. Per non
parlare della narrazione bellicista portata avanti dal sistema
politico e mediatico d'establishment sulla guerra in Ucraina".
"Chi chiedeva un negoziato, chi era contrario all'invio di armi,
chi ricordava i morti dal 2014 al 2022 veniva insultato:
'putiniano d'Italia, collaborazionista del Cremlino, pacifinto'.
Mai abbiamo assistito ad un appiattimento politico e culturale
come quello che caratterizza i nostri giorni. Il pensiero
critico va disinnescato. Il dissenso (anche quando è
maggioritario nel Paese) va denigrato. La Storia non
va considerata" viene sottolineato.
"C'è stato un tempo in cui la politica non aveva così paura
di prendere posizione, un tempo in cui gli intellettuali erano
pronti a schierarsi, un tempo in cui atlantismo ed europeismo
erano cose diverse. Un tempo in cui il conformismo esisteva sì,
ma non ne eravamo circondati al punto da non poter più
respirare" viene affermato nel saggio.
Reporter, scrittore e attivista politico, Di Battista
nel 2018 ha scelto di non ricandidarsi alle elezioni politiche
per dedicarsi alla scrittura e alla produzione di documentari.
Dopo essere risultato il più votato agli Stati Generali del
Movimento ha deciso di lasciare i Cinque stelle in seguito al
sostegno dato da questi ultimi al governo Draghi.
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