Cancellature, aggiunte a margine,
pagine scartate e poi recuperate accompagnate spesso da disegni.
E' un omaggio alle pratiche di scrittura di molti protagonisti
del Novecento letterario, come Montale, Ginzubrg, Gadda,
Calvino, Quasimodo, Pasolini, Eco, la mostra 'Scartafacce. Le
mani, i volti, le voci della letteratura italiana del '900 nelle
collezioni del Centro Manoscritti dell'Università di Pavia',
allestita nella sala espositiva del Broletto di Pavia dal 10 e
fino al 29 ottobre.
Con questa iniziativa il Centro Manoscritti celebra i suoi 50
anni di vita.
L'esposizione, a cura di Giovanni Battista Boccardo, Federico
Francucci, Federico Milone, Giorgio Panizza, Nicoletta Trotta, è
stata pensata per condividere con il pubblico lo straordinario
patrimonio del Centro Manoscritti, che si rivela tanto più
prezioso in un'epoca come la nostra, di smaterializzazione
digitale, che ha cambiato radicalmente il modo di lavorare di
chi scrive.
La mostra, infatti, fa parte di un più ampio programma di
eventi e incontri sul ruolo della scrittura a mano promosso dal
Centro manoscritti sotto il titolo complessivo di
Autografestival.
A Pavia si potranno ammirare non solo manoscritti e
dattiloscritti delle opere più famose della letteratura italiana
ma anche lettere, diari, appunti occasionali.
Il racconto espositivo procede secondo un percorso diviso in sei
sezioni ispirate alle categorie proposte da Italo Calvino nelle
sue Lezioni americane: leggerezza, rapidità, molteplicità,
esattezza, visibilità e coerenza. Ad aprire la visita è una
sezione dedicata alla studiosa e scrittrice Maria Corti
(1915-2002), alla cui lungimirante e tenace iniziativa si deve
l'idea e la realizzazione di quello che nel dicembre 1973 è
stato registrato dal notaio con il nome di Fondo manoscritti. Ma
'Scartafacce' non è solo scrittura. Una galleria fotografica
restituisce, attraverso gli scatti di Carla Cerati, i volti di
scrittori e scrittrici.
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