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L'Italia del Gattopardo, la cultura come motore del cambiamento

L'Italia del Gattopardo, la cultura come motore del cambiamento

Convegno a Roma, Netflix e The European House - Ambrosetti

ROMA, 27 marzo 2025, 15:35

Redazione ANSA

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(di Nicoletta Tamberlich) Chi sono i Gattopardi di oggi in Italia e nel mondo e oggi quale peso ha il mondo della letteratura, del cinema dell'audiovisivo nella cultura del cambiamento.
    Si è svolto oggi a Roma - alla Galleria del Cardinale Colonna - il convegno organizzato da Netflix e The European House - Ambrosetti su 'L'Italia del Gattopardo'.
    L'incontro, partendo dalla celebre frase dell'opera de Il Gattopardo "se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi", è stato l'occasione - per un pubblico composto da istituzioni, mondo della cultura, dell'accademia, dell'industria, del settore audiovisivo e dei media - di riflettere attorno al tema del cambiamento ed in particolare del cambiamento culturale in Italia.
    Il convegno è stato moderato da Gianni Canova e ha visto la partecipazione di: Maria Vittoria Baravelli, curatrice d'arte; il giornalista e scrittore Giovanni Grasso; Giordano Bruno Guerri, presidente e direttore generale Fondazione il Vittoriale degli italiani; Carlo Ossola, presidente Enciclopedia Treccani; Josè Rallo, amministratrice delegata Donnafugata; Riccardo Tozzi, fondatore e direttore creativo Cattleya e, in collegamento da Parigi, Ernesto Ottone R., direttore generale aggiunto per la cultura UNESCO.
    Tinny Andreatta, la vice presidente dei contenuti italiani di Netflix ha aperto l'incontro partendo da Il Gattopardo, l'opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che ha ispirato la recente serie Netflix e che, a distanza di oltre sessant'anni dalla sua pubblicazione, pone interrogativi sul rapporto che abbiamo verso il cambiamento.
    "Oggi - ha dichiarato Andreatta - le storie italiane, i nostri talenti, il nostro patrimonio culturale e la nostra lingua hanno l'opportunità di raggiungere un pubblico globale come mai prima d'ora. Il Gattopardo, È stata la mano di Dio, La legge di Lidia Poët, Il treno dei bambini e tanti altri titoli contribuiscono a raccontare la nostra identità. Ecco perché, oggi più che mai, il nostro lavoro non è solo quello di produrre serie e film, ma di raccontare culture e luoghi che definiscono chi siamo e che, attraverso il potere delle storie, si aprono al mondo".
    Al termine del panel, Andrea Pruiti Ciarello, presidente della Fondazione Famiglia Piccolo, ha simbolicamente consegnato a Netflix e The European House - Ambrosetti una copia dell'ultima lettera scritta da Giuseppe Tomasi di Lampedusa. La lettera, indirizzata al cugino dell'autore e datata 26 giugno 1957, evidenzia il valore di Villa Piccolo per Tomasi di Lampedusa, il quale ha scritto gran parte del romanzo proprio nella Villa, traendo ispirazione dalla vista sull'Arcipelago delle Eolie.
    Netflix e Indiana Production hanno ricambiato offrendo alla Fondazione un oggetto di scena della serie: il telescopio donato a Concetta da Don Fabrizio durante la permanenza della figlia in convento.
    Giordano Bruno Guerri, Presidente e Direttore Generale Fondazione il Vittoriale degli italiani ha osservato: "La cultura è motore del cambiamento fin dalla preistoria, quando avvennero due fra i più straordinari eventi della vicenda umana, la rivoluzione cognitiva e la rivoluzione agricola." Riccardo Tozzi, fondatore e direttore creativo Cattleya ha aggiunto: "Tutta l'avventura dell'uomo è sin dalle origini guidata dal racconto, che è l'essenza della cultura".
    E, in collegamento da Parigi, Ernesto Ottone R., Direttore Generale Aggiunto per la Cultura UNESCO.
    "La letteratura è una finestra sul mondo degli altri e uno specchio per noi stessi. Quando i libri vengono adattati per lo schermo trovano nuova vita, nuovi pubblici e nuove opportunità per ampliare i nostri orizzonti. In un mondo in rapido cambiamento, abbiamo bisogno del potere della cultura per promuovere un senso di appartenenza e rispetto per gli altri".
   
   

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