L'Italia punta a raggiungere l'obiettivo Nato di destinare il 2% del Pil alle spese per la difesa "senza attivare la clausola nazionale" per la sospensione del Patto di stabilità. Lo ha annunciato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti a Varsavia per la due giorni informale dei ministri Ecofin. Più che guardare ad aprile, ha segnalato Giorgetti, come termine per l'attivazione delle deroghe alla governance economica, la Commissione europea dovrebbe attendere il vertice Nato di giugno.
In quell'occasione, tra l'altro, è atteso che venga ampiamente rivisto al rialzo l'impegno di spesa dei Paesi dell'Alleanza Atlantica, anche se il target del 2% è ancora disatteso da nove Stati sui 32 del Trattato, Italia inclusa. "Aprile non è una scadenza", ha comunque segnalato il commissario Ue all'Economia Valdis Dombrovskis, anche se c'è "l'urgenza di aumentare la spesa nella difesa". L'attivazione della clausola nazionale, ha spiegato anche, è attesa dalla "grande maggioranza" dei 27.
Sul patto però pesa anche il nodo dei dazi e Giorgetti è tornato sul tema di far scattare con i dazi la clausola generale di salvaguardia che permette la sospensione totale del Patto, dopo che Dombrovskis l'ha esclusa. Secondo il ministro con una "disastrosa" guerra commerciale, "in automatico si va verso la recessione e a quel punto mi sembra abbastanza scontata l'attivazione dell'articolo 25" per lo stop del Patto, come già nei tre anni dal Covid. "I dazi, non solo quelli di Trump, ma anche i dazi impliciti ed espliciti, come le politiche di dumping attuate dalla Cina, fanno molto male all'economia italiana", ha anche segnalato Giorgetti. Quanto alla visita in Cina della presidente Bce Christine Lagarde, "c'è chi va in Cina e c'è chi va a Washington".
E a proposito della visita negli Usa della premier Giorgia Meloni "ci meritiamo tanto e non ci aspettiamo niente". Giorgetti, interviene poche ore dopo l'aumento del rating per l'Italia da parte di Standard & Poor's,"ce lo meritavamo anche se non ce l'aspettavamo", dice e torna ad escludere che servirà una manovra correttiva legata alle minori previsioni di crescita del Dfp: "No - ha risposto a una domanda al riguardo -. L'ho sempre detto che noi non avevamo bisogno di cambiare i nostri profili di contabilità anche in relazione alle previsioni di crescita. Certamente questo ci permette il rientro dell'indebitamento meno significativo di quello che avremmo auspicato. Però credo che anche il giudizio delle agenzie di rating confermi la corretta, prudente, umile, seria e responsabile azione del Governo italiano su questa materia".
L'Ecofin di Varsavia era focalizzato nella seconda giornata dei lavori sui finanziamenti alla difesa. Positiva l'accoglienza all'idea di uno studio del think tank Bruegel di un fondo comune che compri e possieda gli equipaggiamenti militari. Con i soliti grandi distinguo, a partire dal rituale stop tedesco e non solo al debito comune, con l'invito dunque a valutare prima gli strumenti esistenti. "Siamo aperti e pronti a esplorare tutte le opzioni" per l'aumento della spesa nella difesa, ha detto comunque Dombrovskis. Vanno aiutate "le democrazie impegnate nel rafforzamento della difesa e in una maggiore convergenza".
A Varsavia la Spagna ha anche proposto la creazione di uno strumento finanziario temporaneo europeo per finanziare progetti di difesa su larga scala, sostenuto da contributi volontari degli Stati partecipanti, emissione di debito comune ed eventuale utilizzo dei beni russi congelati, che sarebbe aperto anche ai Paesi extra-Ue: 'temporaneo', nell'attesa che la difesa abbia un nuovo e maggiore spazio nel prossimo bilancio Ue.
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