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Ucraina, 'Summit Ue in Francia lunedì ' ma l'Eliseo non conferma. Zelensky: 'No ad accordo con Usa sulle terre rare'

Ucraina, 'Summit Ue in Francia lunedì ' ma l'Eliseo non conferma. Zelensky: 'No ad accordo con Usa sulle terre rare'

'Nessuna decisione senza l'Ucraina e l'Europa'. 'Putin vuole fare spettacolo con Trump sulla Piazza Rossa'

MONACO DI BAVIERA, 16 febbraio 2025, 08:01

dell'inviato Stefano Intreccialagli

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Il presidente ucraino Zelensky alla Conferenza di Monaco - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente ucraino Zelensky alla Conferenza di Monaco - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'Europa sarà consultata, ma non siederà al tavolo dei colloqui di pace sull'Ucraina: le parole dell'inviato Usa per l'Ucraina Keith Kellogg sono il vento che gela le sale dell'Hotel Bayerischer Hof di Monaco di Baviera, al termine di una seconda giornata della Conferenza sulla sicurezza in cui Volodymyr Zelensky ha provato a dare una sveglia agli alleati europei chiedendo di varare finalmente "le forze armate dell'Ue", escludendo un accordo "alle spalle" di Kiev e dell'Europa e aprendo a concessioni quasi clamorose a Mosca per avviare una trattativa: tornare almeno ai confini pre-invasione.

 

Da Parigi, ci prova il presidente francese Emmanuel Macron a compattare il Vecchio Continente, convocando una riunione per "mostrare unità e forza", secondo il ministro polacco Sikorski che ha annunciato il vertice. Ma al momento resta solo un'ipotesi, precisano fonti dell'Eliseo. E intanto, la Russia ha riferito che Lavrov ha parlato al telefono con il segretario Usa Marco Rubio. A dimostrazione di una corsa americana all'accordo che rischia di mandare fuori strada europei e ucraini. In apertura della seconda giornata di lavori, Zelensky ha ribadito il suo mantra secondo cui l'Ucraina senza Usa ha poche possibilità di sopravvivere. Ma anche l'Europa deve fare la sua parte, perché "siamo onesti: ora non possiamo escludere la possibilità che l'America possa dire di no all'Europa su questioni che la minacciano". Quindi, "credo davvero che sia giunto il momento: bisogna creare le Forze armate d'Europa", ha dichiarato il presidente ucraino. "L'Europa ha bisogno di una sola voce, non di una dozzina di voci diverse. Anche coloro che vanno regolarmente a Mar-a-Lago devono far parte di un'Europa forte, perché al presidente Trump non piacciono gli amici deboli. Poi, alcuni in Europa potrebbero essere frustrati da Bruxelles, ma diciamolo chiaramente: se non è Bruxelles, allora è Mosca", è il monito del leader ucraino che continua a esprimere fiducia sulle iniziative americane ma prova a mettere in guardia Trump dal gioco di Putin: "Cercherà di far salire il presidente Usa sulla Piazza Rossa il 9 maggio di quest'anno, non come leader rispettato, ma come parte della sua performance. Non ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di un vero successo, di una vera pace". Zelensky ha quindi esortato gli alleati europei "ad agire, per il vostro bene.

 

L'America non offrirà garanzie di sicurezza a meno che le garanzie dell'Europa non siano solide", ha insistito, mettendo sul tavolo un tema chiave: per l'amministrazione americana, l'Europa deve infatti fare di più, a partire dagli investimenti nella difesa. Una posizione sintetizzata chiaramente anche dal segretario della Nato Mark Rutte: "Se gli europei vogliono dire la loro, rendetevi rilevanti". Ma quello delle garanzie di sicurezza è un'arma a doppio taglio, utilizzata da Zelensky nella difficile trattativa con gli Stati Uniti per l'accordo sulle terre rare, sfumato all'ultimo minuto per decisione del presidente ucraino: "Non ho lasciato che i ministri firmassero, perché non è pronto secondo me. Non è ancora pronto a proteggere i nostri interessi", ha affermato sottolineando che l'intesa miliardaria "deve essere collegata con le garanzie di sicurezza". Perché nonostante la tanto decantata fiducia, Kiev teme che il futuro del suo Paese possa essere deciso in un ballo a due russo-americano. Ma "l'Ucraina non accetterà mai accordi fatti alle nostre spalle senza il nostro coinvolgimento", ha ribadito Zelensky che per raggiungere l'obiettivo di avviare una trattativa, si è detto perfino disponibile a tornare ai confini precedenti all'invasione del 2022, una posizione impensabile solo alcune settimane fa. "Nessuna decisione sull'Ucraina senza l'Ucraina.

Nessuna decisione sull'Europa senza l'Europa", è in ultima analisi il messaggio del leader ucraino. Ma le dichiarazioni di Keith Kellogg non fanno ben sperare sul ruolo europeo nella trattativa: "Ai miei amici europei, dico: entrate nel dibattito, non lamentandovi del fatto che potreste o non potreste essere al tavolo", ha detto l'inviato Usa, spegnendo in serata un cauto ottimismo espresso dai ministri europei che dopo gli incontri con l'americano avevano più o meno tutti evidenziato un'apertura e una differenza di atteggiamento rispetto all'attacco frontale lanciato venerdì da JD Vance. Una valutazione espressa anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che continua a invitare alla calma e a non agitarsi per le dichiarazioni americane: da Kellogg, "mi pare che ci sia un riconoscimento del ruolo dell'Europa, anche perché poi al tavolo della trattativa siamo i Paesi che hanno imposto le sanzioni. Quindi ovviamente dovremmo essere parte del confronto", ha detto il vicepremier al termine della bilaterale con l'americano. Nel frattempo, si guarda a Parigi come possibile occasione per trovare una strategia comune che assicuri all'Europa voce in capitolo sulla fine della guerra.

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