L'Adc, Associazione dottori
commercialisti, "esprime forte rammarico per l'introduzione di
un nuovo adempimento che appare utile solo all'Amministrazione
pubblica, senza alcun beneficio concreto per le imprese:
l'obbligo di comunicare la Pec (Posta elettronica certificata)
personale degli amministratori al Registro delle imprese (come
previsto dalla Legge di Bilancio 2025) si applica a tutte le
società di persone e di capitali, aggiungendo, sostanzialmente,
un ulteriore onere burocratico ed economico per le imprese e i
loro amministratori". Lo si legge in una nota del sindacato dei
professionisti.
"Secondo le attuali disposizioni, la comunicazione della Pec
personale dell'amministratore deve essere effettuata entro il 30
giugno per le società già esistenti, per quelle costituite dal
2025 in poi, l'indirizzo Pec di ogni amministratore dovrà essere
indicato sin dalla registrazione al Registro delle Imprese, pena
la sospensione dell'iscrizione", e l'Adc "ritiene che questa
misura rischia di trasformarsi solo in un ulteriore aggravio per
imprese e professionisti, senza reali vantaggi in termini di
trasparenza ed efficienza".
E, perciò, si chiede "l'eliminazione dei diritti camerali per la
comunicazione della Pec degli amministratori, affinché tale
adempimento non comporti ulteriori costi per le imprese ed una
scadenza più razionale, fissata in coincidenza con il deposito
del bilancio, per evitare frammentazioni inutili e per
semplificare gli adempimenti societari". Infine, per il
sindacato dei dottori commercialisti, sarebbe "opportuno aprire
un dibattito sull'utilizzo dei dati da parte delle camere di
commmercio", giacché la Pec degli amministratori, "così come già
accade per quella dei professionisti, potrà essere utilizzata da
chiunque per scopi commerciali, senza alcuna garanzia che serva
realmente a migliorare la comunicazione con le stesse imprese".
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