Un outsider di livello. Il cardinale Anders Arborelius, inserito nella rosa dei papabili, ha le idee chiare e la battuta pronta: "Sarebbe divertente avere un papa svedese, ma penso che sia piuttosto improbabile. Molto improbabile", ha detto fa all'emittente pubblica svedese SVT.
Carmelitano di 75 anni, è il primo cardinale del paese scandinavo (nominato nel 2017 da papa Francesco), ma viene guardato con un certo interesse anche da porporati geograficamente assai distanti. Battezzato nella comunità luterana, a vent'anni decide di convertirsi al cattolicesimo in un contesto a stragrande maggioranza protestante: la sua ascesa nelle gerarchie ecclesiastiche inizia così. Nato in Svizzera nel 1949 da genitori svedesi, cresce e studia in Svezia. Da bambino non è molto attivo nella chiesa luterana, inizia - invece - a nutrire grande attrazione per quella cattolica, a cui sceglie di aderire nel 1969. Abbagliato dalla figura di santa Teresa di Lisieux, due anni dopo decide di entrare nell'ordine dei carmelitani scalzi ed entra nel monastero carmelitano di Norraby.
Ed è proprio questa la fase più formativa per lui: i 27 anni vissuti in monastero. Arborelius studia teologia all'università cattolica di Bruges-Ostenda, si specializza alla pontificia facoltà teologica Teresianum di Roma e, parallelamente, si laurea anche in lingue. Nel 1998 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Stoccolma, l'unica diocesi cattolica del paese che ha giurisdizione sull'intero suo territorio. Tra il 2005 e il 2015 è presidente della conferenza episcopale della Scandinavia. Il coraggio nel portare avanti le sue idee in una Svezia ipersecolarizzata e la vocazione al dialogo interreligioso lo fa notare da Bergoglio. Che, nel 2017 lo fa cardinale e, secondo alcune ricostruzioni, gli riconosce innegabili doti di guida. In Svezia Arborelius porta avanti numerosi progetti di evangelizzazione, dedicandosi in particolare alle comunità straniere.
E' tra i firmatari del "manifesto di Pasqua" che nel 2005 chiede di facilitare l'ottenimento del permesso di soggiorno per i rifugiati. Ed è allineato a Francesco anche per le battaglie sull'ecologia. Su altri fronti, difende il celibato sacerdotale, si oppone all'ordinazione delle donne e sostiene l’insegnamento morale della Chiesa sull'etica sessuale e il genere. Insomma, viene ritenuto un conservatore nella dottrina ma più che avvezzo a districarsi tra le insidie della modernità. Il motto episcopale di Arborelius è "In Laudem Gloriae", la vocazione ad onorare e glorificare dio.
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