In occasione degli ottant'anni
dalla Liberazione dal Nazifascismo, il Comune di Verona in
collaborazione con l'Istituto veronese per la storia della
Resistenza e dell'età contemporanea promuovono la mostra
"Fascismo resistenza libertà. Verona 1943-1945", in programma
dal 14 marzo al 27 luglio al Museo di Castelvecchio.
Curata da Andrea Martini, Federico Melotto, Marta Nezzo,
Francesca Rossi, l'esposizione si articola in sei diverse
sezioni che ripercorrono la storia della città, combinando in
vari spazi narrativi strumenti digitali, filmati, proiezioni
olografiche con personaggi storici allo specchio, documenti,
manufatti e opere d'arte originali.
Per l'assessore comunale alla memoria, Jacopo Buffolo, "la
ricorrenza degli ottant'anni dalla Liberazione ci consegna
l'opportunità di riflettere sulla storia della nostra città nel
biennio che l'ha vista teatro di occupazione, deportazioni e
bombardamenti, ma anche resistenza e ricostruzione. Nella
consapevolezza che queste pagine della storia civica, pur
studiata, non sembrano essersi ancora radicate nella memoria
pubblica comune. Abbiamo fortemente voluto questa mostra perché
crediamo che Verona sia un caso di studio emblematico che non
racconta solo una storia locale, ma può essere una testimonianza
rappresentativa anche a livello nazionale. Vogliamo offrire,
soprattutto alle nuove generazioni, l'occasione di confrontarsi
con un passato difficile e stratificato, illuminandone i tratti
salienti, per comprendere al meglio la città di oggi".
Castelvecchio fu teatro del congresso del Partito fascista
repubblicano, vi si svolse il processo ai gerarchi fascisti
"traditori" del Gran Consiglio, un episodio che sottolinea il
drammatico passaggio dalla dittatura alla rinascita democratica.
"Dalla storia - evidenzia Rossi - emerge il ruolo fondamentale
che i musei e le soprintendenze svolsero per la protezione del
patrimonio artistico e la ricostruzione post bellica della città
e dei suoi monumenti. Castelvecchio, sede della mostra,
rappresenta quindi il luogo simbolo di quella tragica stagione e
delle responsabilità e del coraggio di coloro che l'hanno
vissuta".
Sarà possibile vedere una selezione di quelle opere
sopravvissute, tra cui Eliodoro e il sacerdote Onia di
Giambattista Tiepolo, la Dama delle licnidi di Peter Paul Rubens
e un'Allegoria della Speranza di Alessandro Turchi, unica opera
sopravvissuta di un ciclo di tele dell'artista. La mostra è
stata realizzata con il patrocinio del Ministero della cultura,
dell'Istituto Nazionale Ferruccio Parri, della Fondazione
Fioroni, del Dipartimento Culture e Civiltà dell'Università di
Verona, del Centro per i Musei Università di Padova, del Centro
per la storia dell'Università di Padova e con il sostegno
dell'associazione Amici dei Civici Musei di Verona.
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