La nascita della Roma imperiale, che prende forma tra monumenti, autoritratti degli imperatori, mito, grandezza e cadute, attraverso il viaggio per la città di un attore, Edoardo Leo, a confronto con il personaggio che deve interpretare, Cesare, in una produzione internazionale. Un mix di realtà, storia e fiction, che traccia The Power of Rome, il docufilm di Giovanni Troilo, interpretato fra gli altri da Giorgia Spinelli, Jacopo Antinori, Marcello Mazzarella, Marco Giuliani, Pierangelo Menci, Luca Chikovani, Massimiliano Pazzaglia e Daniele Monterosi, in arrivo con un'uscita evento in sala in 150 copie dal 19 al 21 aprile distribuito da Vision e più avanti su Sky. Il debutto nei cinema del progetto, prodotto da Italian International Film e Vision Distribution con Sky, diretto anche al pubblico internazionale, avviene in occasione del Natale di Roma, il 21 aprile, che il caso vuole sia anche la data del compleanno di Leo: "Approdare nelle sale nel giorno in cui faccio 50 anni lo vivo come la chiusura di un cerchio" spiega sorridendo l'attore, che per la prima volta qui interpreta se stesso. "Anche nel mio ultimo film, Lasciarsi un giorno a Roma, ho cercato di fotografare la città che avrei voluto. Qui invece mi metto in gioco. Ho sempre fuggito il ruolo di attore 'romano' e ho sempre preferito raccontare Roma che la romanità. Stavolta pur essendo uno abbastanza schivo, faccio me stesso, per un racconto storico molto preciso". The Power of Rome "è stato un viaggio non solo professionale ma anche personale. Ho cercato di comunicare lo stupore e la meraviglia che ho provato io, accecato dalla bellezza di entrare per la prima volta all'alba al Colosseo o camminare da solo nella Domus Aurea". Spesso "lo sguardo di chi viene da fuori si riempie di meraviglia visitando Roma - spiega Troilo, cineasta pugliese da anni nella capitale, già autore di film non fiction come Le ninfee di Monet e Frida, viva la vida e 'Vesuvio - Ovvero: come hanno imparato a vivere in mezzo ai vulcani' uscito a marzo -. Spesso scatta la finta illusione di conoscere bene questa città, invece come dice Flaiano è inconoscibile, si rivela col tempo ma mai del tutto". E' necessario "continuare a leggere Roma e la storia, perché il passato non è mai statico, condiziona il presente e fa elaborare il futuro". Troilo sul filo di una colonna sonora che va da Monteverdi alla musica elettronica, passando per Vivaldi, tra realtà e dimensione onirica, ci riporta, fra gli altri, alla personalità di Adriano (Mazzarella), alle scelte fondamentali di Marco Aurelio (Monterosi) o all'inquietudine di Nerone (Menci), senza dimenticare l'impatto della religione cristiana. "Rileggere Roma attraverso gli imperatori vuol dire rileggere il presente. Vediamo come come questa città dalle stesse persone sia stata adorata e distrutta per poi rinascere" sottolinea Leo. L'Italia oggi "viene governata da qui e il rapporto conflittuale con chi ci governa non è molto dissimile. Viviamo ancora di grandi innamoramenti e cadute. Non è molto diverso da quello che è successo agli imperatori romani". Con il racconto della grandiosità il film fonde suggestioni che richiamano una storia segnata da bellezza e violenza: "Serve anche un senso di irriverenza nel guardare alla storia - dice Troilo -. Quando si ha paura di affrontarla, di rileggere con una capacità critica il passato c'è sempre qualcuno che ne approfitta".
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