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Cnit, il futuro delle telco Ue tra consolidamento e IA

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Cnit, il futuro delle telco Ue tra consolidamento e IA

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In collaborazione con CNIT

‘L’autonomia dagli Stati Uniti non è più rinviabile’

ROMA, 09 aprile 2025, 19:25

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Il presidente del Cnit Nicola Blefari Melazzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente del Cnit Nicola Blefari Melazzi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente del Cnit Nicola Blefari Melazzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Consolidamento degli operatori e un’evoluzione tecnologica che renda più autonomi negli Stati Uniti. Sono queste le due principali aree da percorrere per il futuro e delle telecomunicazioni europee secondo il presidente del Cnit - Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni, Nicola Blefari Melazzi. “Lo stiamo vedendo anche in questi giorni purtroppo. Prima l’autonomia dagli Stati Uniti era una questione economica, adesso è una questione anche strategica”, ha affermato Blefari Melazzi a margine della conferenza Telecommunications of the Future promosso da 5GItaly del Cnit.“Il fatto che tutto il mercato del cloud e dell'AI non sia europeo - continua - è sicuramente un problema serio. Quindi la creazione di un consorzio che cerchi di sviluppare una piattaforma cloud e di AI europea è una cosa non più rinviabile. C'è un'iniziativa che si chiama Eurostack che va in questa direzione da un po' di tempo, non solo recentemente, e che andrebbe in ogni modo potenziata”. Sarebbe questa la strada indicata da Pnrr Pe-Restart, il più importante programma di ricerca e sviluppo pubblico mai realizzato in Italia nel settore delle telecomunicazioni. Dagli operatori è arrivato un sì deciso alla strada del consolidamento. “L’unica opzione che non è fattibile per l’Antitrust è Tim-Wind, qualsiasi altra operazione Wind-Iliad o Tim-Iliad la vedo positivamente perché porta ad evitare ad avere una pluralità di reti”, ha detto l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola. Anche secondo l’amministratore delegato di iliad Italia, Benedetto Levi, il consolidamento porterebbe grandi benefici a tutto il settore e a tutto il sistema paese”. “Siamo pronti a giocare la nostra parte in quella partita”, ha aggiunto Levi. Un altro aspetto centrale per il settore è quello della sostenibilità economica, a partire dal costo delle frequenze. “Serve un cambio di passo, un’azione strutturale e una visione condivisa che rimettano al centro la sostenibilità economica del settore, anche grazie a misure come l’estensione della durata delle licenze per l’uso dello spettro”, ha proposto chief strategy & transformation officer Fastweb + Vodafone, Alessandro Magnino. La “fame di connessione” del paese, intanto, per dirla con il presidente dell’Agcom, Giacomo Lasorella “non accenna a placarsi e richiede e ha richiesto una costante attenzione ed una coerente e decisa risposta infrastrutturale”. La strada da percorrere, secondo l’amministratore delegato e direttore generale di Open Fiber, Giuseppe Gola, è però ancora lunga. “L’obiettivo dello switch off, il passaggio completo dalla rete in rame alla fibra “non lo vedo realizzabile al 2030”, dice Gola, per “accelerare e riuscire a portare a casa questo obiettivo negli anni successivi, realisticamente possiamo pensare al 2035-2036, ci vuole un’azione congiunta che venga da tutti gli attori”, con il sostegno della politica. Un esempio di collaborazione avanzata tra pubblico e privato è arrivato dal sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, ha presentato il progetto Roma 5G che ha inaugurato con Inwit e gli operatori di telecomunicazioni la settimana scorsa le prime fermate della metropolitana connesse. Il direttore generale di Inwit, Diego Galli, ha illustrato gli 1,5 miliardi di investimenti del gruppo nell’arco del piano industriale “per realizzare torri, ospitalità, coperture indoor Das (sistema di antenne distribuite), network IoT e progetti infrastrutturali di smart city e smart transportation”. E anche il ceo di Cellnex Italia, Federico Protto, ha il “ruolo centrale” svolto nel Paese un ruolo centrale nella digitalizzazione del Paese grazie alle sue infrastrutture proprietarie che abilitano connessione e innovazione”. Secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Alessio Butti, “un confronto serrato sul futuro delle telecomunicazioni rappresenta una necessità non prorogabile”. “Occorre - per Butti - un confronto a 360 gradi. Attento, cioè, sia lato tecnologie sia lato operatori. Che sappia individuare e massimizzare le molte opportunità di crescita e sviluppo che si stanno aprendo al mercato Telco. Ma che non ci induca a trascurare i rischi, le incognite, le zone grigie”. 

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