Per il giornalista e scrittore
Michael Wolff, i primi cento giorni di Trump sono stati "una
incredibile manifestazione di evidente incompetenza,
disorganizzazione, caos - afferma alla Stampa - che lascerà
distruzione e non genererà nessun risultato, nessuna
realizzazione degli obiettivi, anche se non mi sembra chiaro
quali questi fossero".
Secondo l'esperto molti partono "dal presupposto che ci sia
un piano. Che può essere rispettato o meno, ma esiste. Io invece
penso non esista nessun programma, nessun piano da realizzare.
Ci sono degli obiettivi generici, c'è la vendetta, c'è la voglia
di terrorizzare i liberal. Ma se mi chiede quale è il piano per
l'Ucraina, qual è quello per l'immigrazione, si va a tentoni".
"Chi è al governo adesso non ha la benché minima idea di come
si governano le cose, non ha esperienza manageriale - prosegue -
Qualcuno si era illuso che Trump avrebbe imparato dagli errori
del primo mandato. Non vedo nessun segno in questa direzione.
Per capire Trump bisogna capirne il carattere, chiedersi quali
sono le motivazioni, quali i reali interessi che lo muovono. I
suoi interessi sono spostare su di sé l'attenzione. Vuole ogni
titolo di giornale, ogni immagine puntata su di sé, non importa
il contenuto".
"Musk è diventato una sorta di intrattenitore per Trump -
prosegue - E' un generatore di titoli sui giornali e di
attenzione da parte dei media. E questo a Trump piace. Ma Elon
se ne andrà, il Doge sparirà. Inizierà un nuovo episodio della
saga senza di lui perché Trump pensa tutto in termini di reality
show". Anche i ceo di Silicon Valley "finiranno per pentirsi.
Sono stati anche loro vittime di un'ubriacatura, si sono illusi
tutti che Trump sarebbe stato diverso, che la sua seconda
presidenza sarebbe stata nuova. Un totale flop nella lettura
della realtà".
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